21-22 aprile, Pasqua e Pasquetta. L’obiettivo è  quello di salire la Cima Brenta per scendere con gli sci dallo Scivolo Nord; difficoltà OSA+, pendenza che da relazione nel tratto sommitale si attesta intorno a 55°. Programmiamo di spezzare la salita in due giorni. Siamo Matteo, io e Christian, alla testa gruppo.

21 aprile. Lasciamo l’auto nei pressi dello sbarramento del parcheggio di Vallesinella. Itinerario del primo giorno: salire al bivacco del rifugio Tuckett passando per il rifugio Casinei. La prima parte della salita è solo fatica, ma al limitare dell’uscita dal pendio boschivo finalmente si apre lo spettacolo del massiccio del Brenta, con i suoi caratteristici torrioni dolomitici e le sue creste rocciose, mentre innanzi alle punte dei nostri sci si delinea un ampio pendio aperto, perfettamente innevato, che separa il tratto mancante sino all’ingresso del bivacco.

Al bivacco del Tuckett festeggiamo la nostra Pasqua anomala. Il menù prevede tortellini, costine, marmellata di cipolle dolci spalmata sopra ad una forma di ricotta affumicata tagliata a spicchi. Non poteva mancare una bottiglia di vino rosso, stappiamo la “bozza” e riempiamo le tazze dei nostri thermos per un brindisi.

non ci facciamo mancare niente

22 aprile. Sveglia alle 5. La giornata inzia con una colazione sontuosa (almeno per gli standard di un bivacco). Latte, biscotti, brioches e banana. Frontale in testa, all’uscita del bivacco la visione è da sogno. Il vento pizzica appena il naso. La luna è ancora alta nel cielo e il suo bagliore riflesso sulla neve appare di buon auspicio. Partiamo.

poesia

Compiamo un lungo traverso a sud, diretti verso la bocca di Tuckett. Di notte la temperatura è scesa sotto lo zero. Il rigelo ha reso il traverso più complicato e richiede attenzione. Per avere maggiore aderenza sulla neve incastriamo i rampant agli attacchi degli sci.

Proseguiamo a passo costante sino al farsi della mattina, affrontando in salita diversi passaggi tecnici e inversioni su pendenze via via maggiori. Ogni tanto mi volgo indietro. Il bivacco è sempre più piccolo.

La temperatura sale, scorgiamo i raggi del sole colpire la cresta sommitale della Cima Brenta. Ripartiamo fino a quando la salita si impenna oltre i 35 °; leghiamo a capanna gli sci agli zaini e da qui in poi proseguiamo con piccozza e ramponi.

La neve è ottima, sicura; e con l’aumentare della temperatura diviene sempre più sciabile. Il pendio è intonso, le recenti nevicate hanno coperto ogni precedente traccia.

doping per la salita

Siamo nel bel mezzo dello scivolo, passo a passo la pendenza si impenna sempre di più. A quasi 3000 m., prima del colletto sotto la Cima Brenta, ci fermiamo scavando una cengia nella neve. Ci chiediamo se proseguire.

LO SCIVOLO NORD da Cima sella (noi siamo i puntini in alto)

Alla fine decidiamo di rinunciare alla vetta perché quello che vogliamo è scendere sciando come si deve. La pendenza è di circa 45° costante per un lungo tratto. Inizia una discesa spettacolare.

io
Matteo

Fatto: la prima traccia è nostra.

Continuiamo a scendere lungo il percorso di salita. Al Tuckett decidiamo di scendere ancora con gli sci per poi risalire ripellando un’ultima volta. La neve è in una delle condizioni migliori della stagione. Vale la pena continuare il più possibile. Nuovamente risaliti al Tuckett prendiamo le nostre cose, facciamo un pò di pulizia. Tolte le pelli, facciamo ritorno verso Vallesinella.

Regnano la pace e la calma.

Purtroppo dentro al bosco la sciata è leggermente rovinata nella parte finale da una neve umida e pesante, che ci costringe ad una faticata ulteriore per curvare tra gli alberi fitti. Quando si consuma l’ultima lingua di neve, dobbiamo proseguire a piedi per ripercorre il lungo tratto di strada senza neve che rimane sino al parcheggio di Vallesinella, dove siamo accolti dal caldo, dai colori della primavera e dall’immancabile (più che meritata) birra fresca.

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